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Il sindaco Scagliotti ha anteposto l’ambizione personale al bene comune: deve dimettersi

16/11/2016 Camagna per noi

Il sindaco Scagliotti ha anteposto l’ambizione personale al bene comune: deve dimettersi

“Per il sindaco e i suoi collaboratori quello che si meritano i camagnesi è un distratto e assordante silenzio”. Inizia così il manifesto scritto dal Comitato per il no alla fusione con Casale e affisso in paese per denunciare la strategia utilizzata dall’amministrazione dopo il naufragio del progetto di svendita di Camagna al comune più grande. Un documento durissimo che termina con la richiesta di dimissioni della giunta.

Ciò che più urta la comunità che si ritrova nelle posizioni del Comitato è la totale mancanza di dialogo del municipio con i camagnesi, nonostante la posta in gioco sia stata molto alta: “Il tentativo di regalare il campanile a Casale è fallito ma il regista di questo progetto, il sindaco Claudio Scagliotti, pensa di liquidare la sconfitta chiudendosi nelle ovattate stanze del municipio. Nessuna spiegazione, niente scuse”, insiste il Comitato. Che aggiunge: “Forse ha già dimenticato la totale mancanza di rispetto che ha dimostrato verso la cittadinanza, verso chi ha contestato da subito i suoi propositi. Ha paralizzato il paese, ha fatto perdere di credibilità alla fascia tricolore che gli è stata affidata nei confronti della comunità, dei comuni limitrofi, della Regione e del Paese. E se lui lo ha dimenticato, noi no”.

Il Comitato poi spiega: “Anteporre al bene pubblico le ambizioni personali è un grave errore che un politico ha il dovere di pagare. Essendo venuto meno al suo programma elettorale e avendo tradito la volontà dei suoi elettori e della maggioranza dei camagnesi”.

Quindi la conclusione più ovvia è quella di organizzare una pubblica assemblea a dove il sindaco dia i “doverosi chiarimenti sulla fallita fusione per incorporazione di Camagna in Casale e, preso atto dello scollamento dalla maggioranza dei suoi cittadini, presenti ai camagnesi le sue dimissioni”.

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15/11/2016 Camagna per noi

Il Monferrato 15/11/2016

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Ecco la nostra chiesa restaurata

05/11/2016 Camagna per noi

Ecco la nostra chiesa restaurata

Arroccata sulla collina, la chiesa di Camagna veglia sulla nostra comunità da oltre 700 anni. Distrutto e riedificato in diverse epoche, il campanile di sant’Eusebio sta lì a ricordarci la precarietà delle nostre vite e l’importanza di costruire insieme qualcosa che testimoni la forza di ciò in cui crediamo. Le difficoltà non ci fermano; anzi, se uniti, ci rafforzano. Un uomo d’affari statunitense, il fondatore dell’impero Marriott, Willard, a cui trentenne i medici diedero sei mesi di vita e che, come per dispetto, visse invece altri 50 anni, disse: “più forte è il vento, più robusto è l’albero”. Il nostro albero, quello dei camagnesi, è diventato una quercia. La chiesa vuol dire salvezza, ma nella sua veste è fatta di calce e mattoni e tocca a noi fare in modo che si preservi per i figli dei nostri figli.

Così oggi, grazie a donazioni private, la chiesa di Sant’Eusebio è tornata a splendere. I lavori di restauro della via Crucis, tenuta per anni in un luogo non consono, senza cure e in uno stato di degrado, sono da poco terminati e finalmente l’opera ha ritrovato la sua originaria collocazione.

Il rinnovo degli interni ha coinvolto la balaustra e l’acquasantiera;  il riposizionamento di alcune statue sacre e la donazione di un nuovo pannello in ceramica raffigurante la via Crucis ha dato alla sala un aspetto più coinvolgente. Il lavoro ha incluso il rinnovo degli arredi con sei nuove sedie, due antiche consolle e tappeti davanti all’altare. L’antica panca ha ora un nuovo rivestimento. “Sono soddisfatta di aver fatto restaurare la via crucis, la balaustra e l’acquasantiera, riportandoli dopo tanti anni al loro antico splendore”, dice a camagnapernoi.it Noris Morano, le cui donazioni hanno reso possibile questi interventi.

  • Ezio Radice
    Ezio Radice
    Ezio Radice
    Ezio Radice
    Ezio Radice
    Ezio Radice

[Scatti di Ezio Radice]

L’allestimento floreale dà inoltre un nuovo colore alla navata; è arrivata infine in dono alla chiesa una palma: nella Bibbia questa pianta, per l’armoniosa disposizione delle sue foglie, simili ai raggi del sole, è simbolo di gloria ed immortalità e veniva offerta ai vincitori di dure battaglie. In virtù di un passo del Cantico dei Cantici che dice “la tua statura rassomiglia ad una palma”, questa pianta è stata considerata come simbolo della Vergine.

Il lavoro sarà completato nelle prossime settimane con l’arrivo di due nuove tende per i portoni d’ingresso.

 

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