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Perché dire No alla fusione con Casale

L'operazione di fusione per incorporazione di Camagna in Casale Monferrato è sbagliata in linea di principio e antieconomica. Ecco in sintesi sei … Leggi

Il manifesto per chi ha Camagna nel cuore

Cari concittadini, E’ più di un anno che, senza chiedere il nostro parere, avanza la proposta della fusione tra il nostro Comune e Casale … Leggi

Le alternative per avere servizi più efficienti

Mentre l’amministrazione di Camagna si è offerta di fare da cavia alle ambizioni di Casale, gli atri paesi del Monferrato procedono sulla strada … Leggi

L’idea dell’assessore casalese Carmi: smacchiare il leopardo Unesco

22/06/2016 Camagna per noi

L’idea dell’assessore casalese Carmi: smacchiare il leopardo Unesco

Che gli amministratori pubblici piemontesi e in particolare del Monferrato abbiano le idee chiare sulla strada da seguire per sviluppare il turismo locale, lo si intuisce da alcune frasi pubblicate ieri su Il Monferrato e dette a margine di un incontro tenuto al Municipale di Casale. Riuscire a pronunciare una serie di “supercazzole” di tale livello, non è cosa da dilettanti e questo dovrebbe rassicurare il lettore sul fatto che il territorio è governato da persone di altissimo spessore politico.

L’occasione è stata data dal brainstorming finalizzato a “gettare le basi per un protocollo d’intesa per la valorizzazione congiunta in chiave turistica dei territori vitivinicoli del Basso Piemonte”, come riporta il cronista. L’obiettivo è quello di sfruttare, allargandolo, il territorio riconosciuto come Patrimonio Unesco. A questo scopo si sono riuniti una ventina di amministratori dei territori di Langhe-Roero e Monferrato. Guidavano l’allegra compagnia gli assessori regionali al Turismo Antonella Parigi e all’agricoltura Giorgio Ferrero. Presenza, per noi, di spicco, l’assessore al Turismo casalese Daria Carmi.

Per Antonella Parigi “quello dell’Unesco è un importante polo sul quale non vorremmo ci fosse una parete stagna”. In pratica ha intenzione di chiedere all’Unesco una speciale delega che le permetta di modificare a suo piacimento i confini decisi dall’agenzia delle Nazioni Unite. Perché non inglobare Casale? Una firmetta su un pezzo di carta con tanto di bollo e il gioco è fatto. D’altra parte l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, essendo stata fondata nel 1945, è un carrozzone ormai logoro. Ci vuole aria nuova.

Ma è stata Daria Carmi a dare lezione di lungimiranza politica. Per l’assessore “abbiamo bisogno di un’unione che renda il nostro territorio Unesco a macchia di leopardo facile da vivere”. Come sia possibile rendere “facile da vivere” un territorio a macchia di leopardo non lo ha spiegato o il cronista non lo ha riportato. Immaginiamo abbia un progetto: eliporti che coprano le diverse macchie, Frecciarossa no stop che solletichino il dorso del leopardo, jeep sharing a disposizione dei safaristi, a caccia del felino. Oppure no: il modo più semplice ed economico per rendere un territorio Unesco a macchia di leopardo facile da vivere è smacchiare il leopardo. Via le macchie, via il problema. Geniale.

 

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Il sindaco di Camagna sta mandando a gambe all’aria l’Unione Betlemme

17/06/2016 Camagna per noi

Il sindaco di Camagna sta mandando a gambe all’aria l’Unione Betlemme

L’amministrazione di Camagna l’ha combinata grossa. Concentrando tutte le energie sul progetto di fusione per incorporazione in Casale Monferrato, avverso alla maggioranza dei camagnesi, ha di fatto trascurato l’Unione Betlemme, vale a dire la “cooperativa” di comuni che lavora per migliorare la vita dei cittadini dell’area.

Il disinteresse delle istituzioni di Camagna verso l’Unione è risultato così evidente che il sindaco di Conzano ne ha chiesto lo scioglimento. Così com’è l’Unione è poco efficiente e va sicuramente ripensata. Ma al momento è una delle pochissime opzioni sul tavolo per far crescere Camagna e altri Paesi del territorio senza snaturarne struttura e storia.

Sarebbe saggio se l’amministrazione di Camagna abbandonasse il progetto di fusione che nessuno vuole e si adoperasse per far funzionare a dovere l’Unione Betlemme o avanzasse proposte alternative che non prevedano la svendita del campanile . Tanto per seguire, una volta tanto, il volere della maggioranza dei camagnesi.

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Altri comuni si ribellano alla febbre da fusione dei sindaci piemontesi

10/06/2016 Camagna per noi

Altri comuni si ribellano alla febbre da fusione dei sindaci piemontesi

Il Comitato per il no alla fusione per incorporazione di Camagna in Casale Monferrato ha fatto scuola. Anticipare il risultato del referendum attraverso una raccolta firme allo scopo di far risparmiare tempo e denaro alle amministrazioni dei comuni coinvolti è una strada di tale buon senso che anche altri campanili hanno deciso di seguire. E’ il caso di Chivasso e Castagneto Po, due paesi della provincia di Torino i cui sindaci hanno deciso di avviare un progetto di fusione.

Il  comitato “No Fusione con Chivasso” ha dunque raccolto e depositato nel municipio di Castagneto 800 firme su 1.400 aventi diritto al voto per chiedere all’amministrazione di abbandonare il progetto. Ma come può accadere che i rappresentanti dei cittadini siano così distanti dalla popolazione da addentrarsi in progetti così pesantemente osteggiati dagli elettori?  Possibile si siano fatti accecare dai soldi promessi dal governo (in realtà i fondi sono quasi esauriti) in caso di fusione?

Sulla pagina Facebook del Comitato per il no alla fusione Camagna-Casale, si legge un post al vetriolo, che si può così riportare: “I consulenti della fusione Chivasso-Castagneto sono gli stessi  della vicenda Camagna-Casale, sarà un caso?”. Difficile. Sembra di tornare ai tempi in cui moltissimi comuni italiani si sono fatti abbindolare dalle banche d’affari che, promettendo guadagni da favola, proponevano e vendevano i derivati ad altissimo rischio risultati poi titoli tossici e altamente indigesti. I politici, finito il loro mandato, se ne sono andati a casa ma alla fine è stata l’intera popolazione a pagare le conseguenze di tanto azzardo. Non ripetiamo l’errore: la fusione tra campanili non può essere trattato come un business. Si stravolge la storia e l’anima di generazioni di persone. E’ un’operazione che si può fare solo se supportato da un largo consenso. Se non c’è, non si fa.

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